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Nelle case italiane arrivano 1 milione di batterie taglia consumi di energia

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La batteria sarà il nuovo elettrodomestico che non potrà mancare nelle case, scalzando dalle priorità il frigo a due ante e l’abbattitore per il pesce. Entro 5-10 anni negli appartamenti italiani (o in cantina) ce ne saranno circa un milione, pari a una potenza totale di 4 mila megawatt.

Sarà il sistema per immagazzinare l’energia elettrica autoprodotta con un impianto solare istallato sul tetto, magari utilizzando tegole fotovoltaiche al posto del pannello solare.

Nel prossimo futuro saremo un po’ tutti venditori di energia elettrica. Oggi già si può fare. Ma più avanti si potrà far parte del mercato dei servizi di dispacciamento, cioè l’attività che impartisce disposizioni per l’esercizio coordinato tra gli impianti di produzione e la rete di trasmissione dell’energia elettrica.

Via via che le centrali termoelettriche saranno rimpiazzate dalle rinnovabili (anche se le lentezze autorizzative potrebbero far slittare i piani di chiusura delle centrali a carbone entro il 2025) la gestione dei flussi di energia sarà più complessa e intermittente: le batterie avranno un ruolo cruciale per dare flessibilità.

Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione, da anni sta facendo sperimentazione per abilitare nuovi soggetti a far parte del mercato: dalle batterie alle Uvam, realtà aggregate tra produttori di capacità rinnovabile e realtà industriali di medie dimensioni. Un domani non troppo lontano uno di questi soggetti potrà essere il nostro scaldabagno evoluto. Terna sta lavorando con un operatore esperto di domotica per far partecipare anche aggregati di scaldabagni alle aste sulla bassa tensione per i servizi di dispacciamento.

L’efficienza energetica è il perno di questa rivoluzione copernicana. Efficienza energetica vuol dire avere gli stessi benefici da un kilowattora consumando di meno, perché l’innovazione tecnologica ha rivoluzionato gli elettrodomestici. Ma anche aver stabilito che l’energia elettrica è il vettore più efficiente per sostituire i combustibili fossili, dalle case fino alla mobilità elettrica.

Gli scenari sui quali le aziende elaborano i loro piani prevedono che entro il 2030 la riduzione dei consumi e la sostituzione tra combustibili fossili ed energia elettrica farà calare il fabbisogno di energia in Italia da 1330 a 1206 terawattora; di questi circa il 25% sono consumi di energia elettrica, pari a circa 300 terawattora, la cui percentuale resterà invariata in una prima fase.

Gli edifici sono responsabili del 40% dei consumi di energia nella Ue e del 36% delle emissioni di CO2.

Le grandi aziende dell’energia, stanno orientando i loro modelli di business su questi nuovi target. Grazie alla tradizionale presenza nel settore elettrico e alle reti di distribuzione, sono leader a livello mondiale nei servizi innovativi legati all’elettrificazione: pannelli, batterie, wall box per la ricarica elettrica delle auto, infrastrutture elettriche, pompe di calore, sistemi di demande response, ovvero la capacità di aggregare soggetti che producono energia con acquirenti ed ottimizzare tra loro la gestione e il costo dell’energia partecipando al contempo al sistema dei flussi complessivo gestito da Terna.

La logica è portare il consumatore a ridurre gli sprechi, creare valore proiettando i risparmi nel tempo, ridurre le emissioni e alla fine diventare anche venditore di energia.

Incentivi come l’ecobonus al 110% hanno fatto da volano per smuovere la consapevolezza dei cittadini.

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